Codice Fiscale (movimento dei focolari):

Iscritto al RUNTS: no

Sito web: https://www.focolare.org/famiglienuove/


Il Movimento Famiglie Nuove, diramazione del Movimento dei Focolari, è sorto nel 1967. E’ composto da famiglie che si propongono di vivere la spiritualità dell’unità e di irradiare nel mondo della famiglia i valori che promuovono la fratellanza universale.

Svolge attività formative per la famiglia e di accompagnamento per i fidanzati; ha un’attenzione particolare per le coppie in crisi, i vedovi, i separati e le coppie irregolari; si impegna per la promozione di una cultura della famiglia e di adeguate politiche familiari, attraverso convegni e pubblicazioni e collaborando con diverse agenzie educative.

Il suo  stile di vita è radicato nel Vangelo vissuto nella vita di coppia, nella crescita dei figli, nel mettersi in dialogo costruttivo con altre famiglie e, insieme, con le diverse realtà culturali, civili ed ecclesiali del territorio.

Fin dall’inizio Chiara Lubich – con il prezioso contributo di Igino Giordani, scrittore e uomo politico italiano e primo focolarino sposato -, ha sempre messo in risalto con forza, la bellezza del disegno di Dio sul matrimonio, sottolineando l’importanza della funzione educativa dei genitori e l’azione sociale della famiglia stessa. «Credo che il carisma dell’unità, innestato sulla istituzione sacra del matrimonio, compia un capolavoro di cui è difficile rendersi conto», confidava Chiara  durante una conversazione del 1974.

Per questo ha sempre esortato le Famiglie Nuove a riportare al centro l’impegno dei due sposi ad amarsi a vicenda e a rivolgersi alle famiglie in difficoltà, divise, a persone in stato di vedovanza, ai bambini abbandonati e a tutte le situazioni di marginalità.

Nello storico discorso di fondazione di Famiglie Nuove, il 19 luglio 1967,  aveva fatto loro una consegna: «Qui, davanti a voi, mi sembra di vedere Gesù che guarda il mondo, guarda le turbe e ne ha pietà. Perché di tutta questa porzione di mondo vi è stato messo sulle spalle quello più frantumato, più simile e lui abbandonato. Però è lo stesso Gesù che deve, attraverso i nostri occhi, guardare a queste turbe e agire, perché questa pietà non resti nel campo sentimentale ma si trasformi in opere».